Spesso quando parlo di libri con altre lettrici o scrittrici ribadisco quanto un libro possa salvarti, spesso. A me è accaduto e per fortuna continua ad accadere.
Ma i libri, che sono come le persone, possono anche rovinartela la vita. L’ultima pubblicazione di Daria Bignardi è incentrata proprio su questo. Il titolo mi ha da subito incuriosita. La lettura è stata piacevole e mi ha fatto scoprire aspetti dell’autrice nuovi. Daria Bignardi in Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici si racconta attraverso i titoli di quei libri che hanno contribuito a farle provare certe emozioni forti, sensazioni che colorerei di grigio o un azzurro plumbeo. Una certa malinconia, solitudine che sono state parti di lei in passato e che oggi non l’hanno abbandonata del tutto ma con le quali si rapporta in modo diverso.
È innegabile che certi autori ci influenzino, soprattutto da adolescenti. Io stessa non sarei la stessa se durante gli anni del Liceo non fossi stata folgorata da Pirandello, Dostojesky e filosofi come Schopenhauer e tanti altri.
L’autrice ripercorre momenti della sua vita, si racconta a cuore aperto e lo fa con capitoli brevi, in prima persona che a volte danno l’impressione di essere un affacciarsi sul passato per poi richiudere la finestra oppure pagine di un diario. Uno stile che avvicina senza dubbio il lettore, soprattutto chi la segue da tempo perché si accosta alla parte più intima dell’autrice. Di mese in mese si focalizza su estratti di libri legati a situazioni vissute dalla Daria adolescente fino a quella più matura.
Daria Bignardi confida che è stato un suo amico a consigliarle di scrivere qualcosa di molto personale. Nel libro scrive: "Ho pensato che anche se non potevo e non volevo scegliere tra i libri che ho amato, forse potevo e dovevo scrivere di quelli che mi avevano fatta soffrire, e che forse scrivendone avrei capito qualcosa di me, qualcosa che ho messo a fuoco da poco e che so essere importante". Ho sottolineato, come mio solito, diverse parti nel libro. Leggere Libri che mi hanno rovinato la vita è stato un non sentirsi sola. "Cenavo con i miei in silenzio, sentendoli parlare in sottofondo, ancora beatamente assorta nelle storie appena lette. Ho vissuto così per molti anni. Mi piaceva un sacco quella vita piena di storie e vite d'altri. Non immaginavo che si potesse vivere in un altro modo"
È un libro scritto dall’autrice non solo per se stessa ma anche per tutti quelli come lei, come noi direi a questo punto. Quelli che da ragazza preferivano starsene in compagnia di un libro, di chi per scrivere si isola in una casa, di chi sente un certo piacere a scrivere di ciò che lo fa soffrire. E’ un libro per chi si è fatto cullare dalla malinconia e da autori che gliene parlavano in più occasioni. E’ un libro per chi ama leggere, per chi sa che ogni libro che leggi o scrivi è un incontro inaspettato ed arriva al momento in cui deve arrivare.
Penso che questo libro, così personale per l’autrice, contenga una consapevolezza che può abbracciare anche i suoi lettori: la vita è fatta di luci e ombre, di sensazioni belle ma anche di sensazioni che più comunemente vengono considerate negative, invece non è così. Malinconia, tristezza, sofferenza sono importanti tanto quanto le altre e siccome sono parti di noi dovremmo conoscerle, così come fa Daria. E proprio perché in noi, un libro come questo ci chiama, ci tocca.