“Sono felice, Vittoria. Felice per te. Felice della donna meravigliosa che con coraggio hai deciso di essere”.
“Nulla sarebbe stato possibile senza di lei, dottoressa”.
“Oh, non dire così. Io ti ho solo offerto il mio aiuto, ma sei tu ad aver accettato la sfida. Ci vediamo la prossima settimana, Vittoria”.
Decido di raccontarvi della mia ultima lettura dalla conclusione. Perché?
Penso sia lo scambio di battute che meglio rappresenta quello che è Ogni piccola cosa interrotta di Silvia Celani. Un romanzo leggibile, da gustare con semplicità come una fetta di ciambellone allo yogurt. Lo sia apprezza di pagina in pagina senza fretta, con lentezza ed un’evoluzione di sensazioni. Il viaggio che il lettore compie è in linea con quello della protagonista: Vittoria. E’ una giovane universitaria, romana e di buona famiglia che vive una vita perfetta. O almeno crede. Così sembra.
Ed è proprio dentro questa perfezione che si nascondono le ombre della sua anima.
Le ferite di una bambina ormai grande ma che siccome sconosciute si fanno sentire nel modo più opprimente e invalidante: gli attacchi di panico. Vittoria non riesce a fare più nulla normalmente e decide di entrare nello studio di una psicoterapeuta.
Il romanzo ha la chiave vincente secondo me, proprio nell’escamotage letterario delle sedute che si alternano alle scende della quotidianità della protagonista. A mano a mano anche il lettore comprende come si scateni una causa-effetto tra quanto accade in seduta e quanto evolve giorno per giorno Vittoria.
Le emozioni, le sensazioni belle e brutte acquistano un nome, una forma, un volto e soprattutto una motivazione. E’ questa consapevolezza che fa crescere Vittoria, che la rende resistente al cambiamento, in difficoltà verso il nuovo e nello stesso tempo desiderosa di scegliere per la prima volta in vita sua la strada del coraggio.
Suo padre non c’è più, non lo ricorda neanche. Sua madre è viva ma è come se non ci fosse. Lei è sola. Intorno a lei un mondo fatto di convenzioni e amicizie con le quali sente di non condividere più molto. Un mondo nel quale non ha mai detto no. Non ha mai espresso il suo pensiero credendo non servisse a nulla.
Un carillon rotto. Unico oggetto che la lega al padre. Un carillon che imparerà ad aggiustare, perché il Kintsugi, la tecnica giapponese che ripara oggetti rotti con l'oro la applicherà ad esso ma nello stesso tempo anche alla propria anima.
Consiglio Ogni piccola cosa interrotta a chiunque voglia leggere qualcosa che ci fa sentire qualcosa di buono in noi, una speranza. In questo periodo difficile nel quale facilmente perdiamo fiducia in noi stessi.
Lo consiglio a chiunque stia per intraprendere un percorso come quello di Vittoria, deve sapere che soffrirà, tanto. Ma sarà più forte e consapevole di chi è, imparerà ad essere davvero se stesso come non mai. Sarà come lanciarsi da un paracadute o fare bangijumping.
Ogni piccola cosa interrotta può sembrare racconti una storia come tante, forse proprio per questo però possiamo empatizzare di più, ma è piena di spunti di riflessione con messaggi importanti legati all’ansia dalla quale si può guarire e all’amore al quale dobbiamo dare la possibilità di entrare nella nostra vita attraverso tutte le sue forme.