Finché il caffè è caldo di T. Kawaguchi
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19 Dicembre 2020
Ci sono libri che vanno trovati, scovati e diffusi. Ci sono libri che non conosci ma potrebbe portarti dove dovresti essere. Uno di questi è L’estate indiana consigliatomi da un’amica, prima pubblicazione della giovane scrittrice Irene Rando.
In una New York in cui l’autrice ha vissuto del tempo, Cloe e David sono i protagonisti di una storia che l’autrice ci racconta attraverso gli occhi dell’una e dell’altro, capitolo dopo capitolo. Le loro emozioni arrivano limpide a chi legge, trasparenti e dirette, nello stesso tempo si manterranno costanti in un’altalena che non farà capire se i due decideranno di unire per sempre le loro vite così diverse.
I luoghi sembra di averli davanti, calpestati dalla stessa autrice non possono che definirsi con dettagli e tutta l’anima che hanno. Sì, perché i luoghi comunicano e in questo romanzo lo fanno in modo particolare, dai ristoranti alle attrazioni turistiche, dalle strade agli skyline. Una New York che Irene ha rivissuto attraverso la scrittura.
A controbilanciare i protagonisti, ci sono i personaggi secondari come l’amico di David e l’amica di Cloe, gli zii di questa porto sicuro e braccia che coccolano e rassicurano quando tutto sembra sfuggire o essere irraggiungibile.
Cosa accadrà a Cloe e David? Che ne sarà della loro idea sull’amore?
Che strada prenderanno le loro vite?
A queste domande si troverà risposta solo lasciandosi prendere per mano da loro e lasciandosi coinvolgere dallo stile piacevole di scrittura dell’autrice, che lo ha curato nella scelta delle parole e della sintassi conferendo scorrevolezza.
Amore, amicizia, coraggio e dubbi, come la pioggia e il sole si alterneranno davanti a voi se leggerete L’estate indiana in una sospensione del tempo dai colori autunnali di un’America un po’ più vicina con la fantasia.