Effetti della lettura sul nostro cervello
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Scrivere è sentirsi liberi.
Scrivere è anche sofferenza.
Si scrive qunado si è felici ma spesso per elaborare dubbi e ansie.
Affidare alla pagina bianca se stessi è un atto d'amore verso di noi perché ci diamo la possibilità di essere sinceri verso ciò che proviamo.
I sentimenti diventano più definiti, meno sfumati. Prima di scrivere romanzi, la scrittura è stata presente nella mia vita da sempre sottoforma di diario, lettere o pagine bianche qua e là alle quali affidare il racconto di quello che avevo intorno.
Spesso mi sono sentita una "spugna", assorbivo pensieri, parole, azioni di chi viveva la mia quotidianità. Qualcosa poi, è finito anche nei miei romanzi.
La scrittura non solo come terapia ma anche come mezzo per imprimere un ricordo, come elaborazione del presente. Scrivere per "leggere meglio" il presente.
Direi che la scrittura negli ultimi anni è tornata nella mia vita proprio in questo modo.
Tre anni fa sono andata a convivere con il mio compagno e da un giorno all'altro mi sono ritrovata a scrivere di lui.
Quando si vive con qualcuno non ci è tutto chiaro, alcune abitudini non sono come le proprie e certi atteggiamenti possono incuriosirci, farci infuriare, sorprenderci.
Scrivere di lui mi ha permesso di elaborare pensieri in merito a quello che ci accadeva, che vivevamo. Scrivere di lui mi ha permesso di schiarirmi le idee e cosa più importante, alla fine dela pagina leggere il tutto da un'altra prospettiva.
Ecco, quindi che sono tornata a vivere il piacere della scrittura, del suo poter unico, che ognuno di noi può scoprire. Basta prendere una penna in mano!