Come nasce un’idea per un libro?
Come arriva l’ispirazione?
Ognuno avrà la sua risposta, la mia è che accade quando meno te l’aspetti e non serve star lì ad aspettarla e cercarla. Cerca, ci sono modi per trovare idee ma credo si tratti già di un passaggio in più. L’ispirazione è una sensazione, una specie di colpo di fulmine, si accende qualcosa nella mente. In questo articolo voglio condividere con voi come è andata nel caso di uno dei miei romanzi. Scomparsi a Urbino è stato scritto nell’estate successiva al mio primo anno universitario e in tutti i mesi precedenti il paesaggio e l’architettura unica e affascinante della città mi avevano già indotta a pensare che prima o poi un giallo ambientato lì l’avrei pensato. Lo scrittore è un po’ come una spugna, io mi sento così mentre vivo la mia quotidianità e assorbo, immagazzino rumori, profumi, frasi ascoltate, scene di vita intorno a me o ce mi vengono raccontate. Quindi, dentro di me si era già accumulato tanto. Era giugno, periodo di esami, un pomeriggio non avevo proprio voglia di rientrare a casa e andare a studiare, era una bellissima giornata soleggiata! Dopo aver pranzato a mensa, io e il mio gruppo di amici ci fermammo in piazza della Repubblica a prenderci un caffè ai tavolini fuori da uno dei bar e il tempo passava, passava e non ce ne accorgemmo che era ormai pieno pomeriggio. Nessuno di noi aveva mai visitato l’Orto Botanico, pensammo che era ora di farlo! La situazione che vivemmo fu particolare, all’entrata chi ci accolse era una strana signora che ci tenne a sottolineare con tono severo e deciso che avrebbe voluto rivederci al momento dell’uscita. Ci addentrammo tra le stradine di un percorso tra piante e fiori dalle forme più originali, dai colori non comuni e dalle dimensioni lontane da quelle della norma. Ricordo in particolare dei funghetti blu. In quel posto la mia fantasia iniziò a mettersi in corsa senza sosta, iniziai a fare supposizioni e a pensare cosa potesse nascondersi in quel luogo. Fantasticavo su cosa stava per accaderci, su chi potesse essere la signora all’ingresso e il significato di tutta quella vegetazione dai nomi strani. Il bello fu che all’uscita di quella signora non c’era alcuna traccia. E non è tutto. La sera, quando ci siamo rivisti, ognuno di noi da quando era rientrato a casa aveva iniziato ad avere mal di testa e ancora non passava. Potete immaginare come la cosa abbia ancora di più caricato le mie sopposizioni! Leggendo “Scomparso a Urbino” troverete una scena ambientata anche all’Orto botanico e scoprirete che è un luogo rilevante per la trama. L’ispirazione è sempre dietro l’angola, basta mettersi in ascolto e avere pazienza nell’attesa del momento giusto poi per mettersi a scrivere.